mercoledì, settembre 27, 2006

Siamo soli

Immagine pubblicata su gentile concessione (non ancora richiesta) di ObbyCosì canta Vasco. E non a torto.
Diciamocelo chiaramente: alla fine dei conti siamo soli e non sprofonderemo nel pessimismo cosmico ad ammetterlo.
Quasi (il quasi è d'obbligo) tutti abbiamo intorno tante persone: genitori, marito o moglie, figli, parenti vari, amici irl (ndr: in real life) e amici in rete. Queste persone partecipano alla maggior parte della nostra vita. Con loro condividiamo gioie e dolori, ci inumidiamo le spalle a vicenda, ci sentiamo al telefono, beviamo qualcosa al bar. Con alcuni (alcune, nel mio caso, e non contemporaneamente, ahimé) di loro facciamo persino l'amore, uno dei gesti di condivisione più intimi in assoluto.
Ma queste persone conoscono tutto del nostro vero essere? Dopo che abbiamo pianto sulle loro spalle, quando tornano alla loro vita, con chi rimaniamo se non con noi stessi?
E non pensate che questa sia una cosa meravigliosa?
Si, perché dopotutto lo stare in solitudine non è altro che vivere un momento di intimità profonda, la più profonda immaginabile, quella che non concederemmo (si, "concederemmo" e non "concederemo", perché nel futuro chissà mai che non cambi idea) mai a nessuno.
In questi momenti scatta l'autocritica, il punto della situazione, anche la dietrologia (che la politica ci dice essere cosa cattiva). Scattano persino i "cosa - se", stimolando i pigri neuroni a creare nuove e ardite connessioni sinaptiche che mai avremmo sperato di ottenere. E un cervello umanisticamente attivo, si sa, facilita la socializzazione.
Visto? Alla fine di questo fiume incontrollato di pensieri sono giunto ad una conclusione rivoluzionaria: accettare e vivere la solitudine aiuta la vita sociale. Una patologia che si cura da sé semplicemente accettandone l'esistenza e coltivandola!
Incredibile. Vincerò un Nobel? Sicuramente nemmeno una copia contraffatta del Mongolino d'Oro.
E' bello sapere di poter godere della compagnia di chiunque abbia voglia di starci accanto. Lo è altrettanto essere consapevoli che la solitudine è lo stato fondamentale della nostra vita.
E goderne...

3 Commenti:

Vincenzo F. ha scritto...

A volte capita di sentirsi soli, è vero. Ma io credo che per ora ci sentiamo così solo perchè non abbiamo una persona a fianco con cui condividere la nostra vita e le nostre esperienze.
A volte c'è bisogno di stare da soli, per capire delle cose, per riflettere o semplicemente perchè così si ha voglia.
Questo, però, non vuol dire essere soli sebbene è quella la sensazione. Io ho paura di restare da solo davvero e non voglio, forse non dovresti abbandonarti all'idea nemmeno tu :)

Stefano C. ha scritto...

Non mi abbandono all'idea di essere solo, sono convinto che la solitudine sia il pilastro portante di ogni esistenza e vada semplicemente apprezzata e coltivata. La compagnia è un piacevole optional. Una compagna è una persona con cui condividere la propria solitudine e, quindi, la propria vita. Tutto questo, ovviamente, con il massimo dell'ottimismo :)

Anonimo ha scritto...

Non vedo che affinità ci sia fra la solitudine e la vita sociale.. Per come la vedo io sono 2 cose che non vanno bene insieme! Se uno vive in solitudine per me vuol dire che non ha proprio vita sociale..
Un abbraccio
Obby