domenica, settembre 10, 2006

Balla coi lupi

Ieri sera ero un po' stanchino (come disse Forrest Gump al termine della sua "corsetta") e me ne sono rimasto a casa. Ero assonnato, ma avendo pisolato di tanto in tanto durante la giornata, non lo ero abbastanza da mettermi a dormire troppo presto. Effettivamente avevo in corpo anche una buona dose di malinconia che mi ha fatto prendere la (non troppo difficile) decisione di violentarmi. Così mi sono rivisto Balla coi lupi.
Quando guardo un film solo soletto, nell'intimità protetta del mio piccolo soggiorno, mi immergo totalmente nella visione, incurante di tutto e tutti; mi faccio avvolgere e riempire dalle sensazioni di immagini e suoni, coinvolgendo (non so come) non solo vista e udito ma tutti e cinque i sensi. Mi succede la medesima cosa con la lettura di un libro, ma le sensazioni in questo caso sono diluite nel tempo quindi, in qualche modo, vengono stemperate, attutite, dilazionate, come fossero il pagamento rateale di un'emozione enorme.
Balla coi lupi è un film che dura la bellezza di 3 ore e 40 minuti (precisi precisi, ho controllato) ed è un crescere continuo di intensità narrativa ed emozionale. Parla di guerra, di onore, di amicizia, d'amore e di follia. Parla di popoli che si incontrano e si scontrano, si conoscono e si odiano, si cercano e si uccidono. Ma tra la generalità dei popoli vince l'unicità dei singoli. Ed è così che il tenente John J. Dunbar entra a far parte della tribù dei Sioux, conquistandoli con la sua onestà, la sua lealtà ma soprattutto con la sua violenta curiosità di conoscere il popolo pellerossa.
Ed è così che mi sono ritrovato a sfogare le sensazioni in eccesso, quelle che il mio corpo non riusciva a reggere, in un versamento di liquido trasparente dalle ghiandole lacrimali principali ed accessorie di cui il mio corpo è provvisto.
E' accaduto quando Sisko (o forse si scrive Cisco, chissà) era a terra, con Shumani tatanka oh wha chi ("Balla coi lupi" in linguaggio Lakota, anche se non sono affatto certo di averlo scritto correttamente) chino su di lui che cercava di rassicurarlo.
E' accaduto anche quando Due calzini rimaneva fermo nonostante gli sparassero addosso, perché vedeva il suo amico legato sul carro.
Ed è accaduto ancora quando Vento nei capelli ha urlato al cielo e alla terra la sua amicizia nei confronti di Balla coi lupi, mentre quest'ultimo lasciava l'accampamento per amore della (ormai) sua tribù.
A inizio film l'accumulo di emozioni non era ancora sufficiente a scatenare la fuoriuscita di liquidi, ma la cavalcata del tenente John Dunbar a pochi metri dalla linea sudista è incredibilmente epica ed allo stesso tempo romantica da far veramente accapponare la pelle.
Ed alla fine, sui titoli di coda, dopo essermi passato le mani sul viso per cancellare le prove, stavo bene.
Mi sono alzato dalla poltrona rossa, ho scelto una delle tante porte che danno sul corridoio e, dopo averne superato la soglia, l'ho richiusa alle mie spalle.

2 Commenti:

Anonimo ha scritto...

Bellissimo il racconto delle tue emozioni guardando "Balla con i lupi" Anche a me piace e mi ha dato un senso di armonia, pace, lealtà, verso gli esseri e il mondo che ci circonda. Riusciamo in questà società odierna a conservare questo senso?
L'indiani sono stati un grande popolo che il bianco ha distrutto, con il suo egoismo, la sua noncuranza per tutto ciò che lo circonda,per la sua prepotenza e presunzione. Riusciremo a cambiare rotta? Riusciremo ad avere un pò di spirito indiano? Di rispetto, amore per il creato? grazie per il tuo bellissimo racconto
Antonella

Stefano C. ha scritto...

Grazie a te per il bel commento, Antonella.
Riguardo alle tue domande, non credo che il modo di intendere la vita degli indiani sia recuperabile. Certo, non è che gli indiani fossero perfetti (collezionavano scalpi, per esempio), ma il rispetto che avevano per la natura e i suoi cicli dovrebbe essere da esempio.
Ma in questo film non è solo lo stile di vita degli indiani a venir rappresentata. Ci sono onore, rispetto, coraggio. E c'è la dimostrazione del perché non possiamo sperare di migliorare troppo le cose: l'uomo è intelligente, la gente è stupida.