lunedì, settembre 04, 2006

Malinconia puttana

Prendi una sera a cena con gli amici. Cerchi di concentrati su ciò che vedi e senti, ma tu non ci sei. La tua presenza fisica è certa, ma i tuoi pensieri sono altrove. Vagano in cerchio, spesso intorno al nocciolo del problema che ti affligge, senza riuscire a coglierlo e affrontarlo. Non sei triste e non sei felice. Non sei sereno ma neppure sei inquieto. In una parola: sei malinconico.
Ma cos'è la malinconia? Non è sicuramente una malattia da combattere. Tanti la temono più della lebbra, molti le sfuggono correndo come dannati, alcuni la affrontano, pochi la "vivono". Personalmente ritengo sia un'arma a mia disposizione piuttosto che uno stato d'animo da combattere. Si, perché credo fermamente che la malinconia sia la mia arma contro la tristezza e lo sconforto, ma soprattutto contro l'inquietudine e l'oscurità.
La malinconia è una zona d'ombra, un limbo, un corridoio sempre aperto tra l'oscurità e la serenità; ci si può passare in qualunque momento e quando ci sei dentro puoi andare dove ti pare, perché è un corridoio con molte porte e tutte queste porte sono socchiuse. A volte arriva qualcosa o qualcuno che ne spalanca qualcuna e ne chiude qualcun'altra, ma mai con la chiave; è sufficiente girare la maniglia per riaprirla.
Come si può temere un corridoio? I corridoi ci regalano la possibilità di scegliere la stanza in cui entrare; ci danno anche la possibilità di guardare dal buco della serratura se vogliamo, oppure dallo spiraglio lasciato dalla porta socchiusa. Abbiamo tutto il tempo di decidere dove andare, quando stiamo nel corridoio.
Si può fuggire da un corridoio? Certo, basta muovere le gambe, metterle una davanti all'altra in rapida successione e scegliere una direzione. Ma quando si corre si ha poco tempo per decidere e la soglia che si supera potrebbe non essere quella giusta o, semplicemente, potrebbe non essere la migliore.
E affrontarlo? Accidenti, come si può affrontare un corridoio? Ma soprattutto come lo si può vincere? Certo, ci si potrebbe munire di un grosso martello e abbattere tutte le pareti del corridoio, così vedremmo cosa offre ogni stanza. Ma non ci sarebbero più le porte, quindi non avremmo fatto altro che creare un corridoio più grande. In un luogo grande, si sa, è molto più facile perdersi.
Perché allora non fermarsi un po' in questo corridio? C'è un bel distributore di bibite sulla destra che offre tutto quello che desideriamo e c'è perfino una macchina del ghiaccio per rinfrescarle in caso di necessità. Al centro c'è una grande poltrona in pelle rossa, non proprio nuovissima, e appeso al muro di fronte si può ammirare un poster che raffigura una spiaggia tropicale; ci sono le palme, la sabbia bianchissima, l'acqua di un celeste accecante e qualche uccello che svolazza beato. Ogni tanto passa qualcuno nel corridoio. Se non è uno dei "corridori", si riesce a scambiare addirittura qualche parola. Se si è davvero fortunati, ti chiede di fargli un po' di spazio sulla poltrona e si siede con te a godere l'immagine offerta dal vecchio poster, ad assaporare l'aria del corridoio, a trasmetterti le sue impressioni e ad assorbire le tue. Ad un certo punto uno dei due si alzerà e sceglierà una porta, quella giusta per quel momento, sicuramente. A volte capita che ci si alzi contemporaneamente e si superi insieme la stessa soglia; è indescrivibile quanto sia meraviglioso e appagante. Ma questo è un evento raro quanto una goccia d'acqua dolce in un oceano.
La malinconia può darti tutto quello che vuoi e prenderti tutto ciò che hai.
Proprio come una puttana.

2 Commenti:

Anonimo ha scritto...

Bravo ... bel pensiero !
Alzati da quella poltrona ... altrimenti ne assumi la forma e qualcun' altro ti ci siederà sopra !

Movas ! Pigrun !

Vincenzo F. ha scritto...

Ah, come ti capisco. Ultimamente sono seduto anch'io su questo divano e non riesco a scorgere la porta da aprire. Forse non la voglio vedere, o forse ne ho paura.
La cosa brutta della malinconia è che non tutti la comprendono, rischiando di fraintenderla per ciò che non è.