domenica, ottobre 08, 2006

...e della patatina

Continua da Del cetriolino...

Dopo l'illuminante discussione del venerdì sera, il sabato pomeriggio, nel totale rilassamento concesso alle stanche membra dal mio comodissimo divano, ho riflettuto. Ho pensato tra me e me (anche perché per pensare tra me e qualcun altro dovrei essere telepatico): "Però, vedi te quante paturnie si fanno le donne sul nostro cosino".
Poi però, sfruttando la mia innata e famosa dote autocritica, mi sono autoformulato una domanda bastarda: "Tu non hai mai fatto analoghi ragionamenti sulla... ?".
Empasse. Volevo darle un nome che non fosse volgare né troppo tecnico.
Allora, anche per una sorta di par condicio, ecco qui qualche modo alternativo di chiamare l'agognato pertugio (ora non gridateli sperando che arrivino nelle vostre mani frotte di cespuglietti): accattatronchi, acchiappavampiri, afflosciapertiche, aiuola, alberta, albicocca, antro pelosetto, apecheronza, a' pelos', astuccio, attizzabanane, azzittapreti, baccigalupa, baffetta, bagascia, bagerda, bagianna, bagnasciuga, baia dei porci, balusa, barbana, barbisa, bargiggia, bartòca, barzigola , basagna, basciara, battilarda, bergnifula, bernarda, bertuela, bezza (friulano), birindella, bocciolo, brigna, broddoi, bugna, buscia, caga bocie, canappa, cancello, carmensita, casa dolce casa, castagna, caurella, cava marocca, caverna, C'coria (cicoria in dialetto salernitano), cecafella, ceciotta, centrillo, certosina, Chella ca guarda 'n terra (presente sul tabellone della Smorfia napoletana), chiavica, ciabatta, ciacchera, ciamporgna, cicala, ciccia, cimosa, cinciallegra, ciola, ciorciola, ciornia, cirilla, ciscia (da un sonetto del Belli), ciuccia (dal dialetto di Chieti), ciuetta (dal dialetto marchigiano), ciufeca (da un sonetto del Belli), ciunna (dal dialetto ciociaro), cocona (dal dialetto veneziano), cocchia (Ancona, Numana, Sirolo, Camerano), conno (dal latino cunnus), conto in banca (Benigni), coteca co lo pilo (Marche, con riferimento alla cotica di maiale), cozza, crepaccia (Benigni), crosara (in dialetto veronese incrocio a 4 strade), cunna (da un sonetto del Belli), cunnu (dialetto sassarese), curciu (Lecce), cut (da Shakespeare), dove che te pissi (veneto), ernesta, fagiana, fagiolina, fallicida, farfadulla, farfalla, farticchiu, farsora (veneto: padella che serve per friggere), fasulara, fava, fazana, fella, felputino, fessa (da un sonetto del Belli), fica (da un sonetto del Belli), fifina, figa, filettina (Benigni), filiberta, finestrella (da un sonetto del Belli. Ndr: questo Belli era proprio un gran maiale), fiocca (Cremona), fioppa, fiora (veronese), firillacchera, fisarmonica (Benigni. Ndr: seguace del Belli?), fischiarola, fissa, flippa, foca, fodero (da un sonetto del Belli. E daje), folpa (Veneto), fornetto, fragolina, fregna, fresella, friciolina, frinfrella, frisella, frittola, frugolina, fuffola, furicule, garage, gatta, gegia, gigina, gimbarda, gina, gnaola, gnocca, gnogna, grotta, guersa, gunnu, hotel, ingoiacippe, iòna, iula, labbra verticali, leccornia, lenticchia della nicchia, lerchia, lumachina bavosa, l'amica che gira in pelliccia anche in pieno agosto, lubrificapertiche, mafalda, mangiapiselli, marmotta, meccia, meneghina, micia, mollichina, mona, mouzza, mussa, nido, 'ntacca, orgasmino, pacchiu, paccioccio, paffia, pafonza, pagnotta, papaia, papera, papogna, pappaddonciu, pappaggliuolu, parpagghiune, parussola, passera, patacca, patafiora, pataguersa, patana, patarchia, patasgnacchera, patata, patonza, pavea, p'ccion, pecchia, pelandra, pelliccia, pennica (da una canzone degli Squallor), perdesca, pertugia, pertusiello, picchiaccone, pichinicchia, pillitu, pipilla, pipina, pipistrella, pirchiacchia, piripilla, pisciotta, pittera, potta, pricoca, prugnetta, pucchiacca, pussy, quella cosa che finisce per no (me la dai? no!), repella (Avellino), sabongia, sala giochi, salatina, sartacena (Basilicata), sbarzifula (dal dialetto ossolano), sbrinzia, scarciofotta, sciacquanerchia, sciscì, scrigno, scruacchia, sdraiacazzi, selva oscura, sfarfallapifferi, sgnacca, sgnacchera, sisolina, sorca, spaccazza, spelonca, squinzia, sticchio, sucarola, sverta, tabbacchera (Basilicata), tabernacolo (Benigni), tacchina (Benigni), tagliola (da un sonetto del Belli), tana, taratofola, temperamatite, topa, traforo del san bernardo, triangolo, tromba, tuffola, tulipana, tunnel dell'amore, turlio, ubalda, udda, un vago ricordo, vaccara, vagina, vappagghiu, ventosa, veri-fica-banconote, verza, vispa teresa, vongola, vora, vulva, zabrisca, zaffa, zempiffera, zenzera, zergnapola (pipistrello femmina in dialetto veronese), zinzin, zunnu (tempio), zuzzera. Per la lista completa degli oltre 800 (ottocento) sinonimi guardate qui.
Ecco, fatto. Espletati i doveri sulla par condicio, ho ripreso le amare riflessioni sulla vispa teresa.
E in effetti, debbo dare ragione all'esperta (non che le avessi dato torto, sia chiaro): anche l'occhio vuole la sua parte. Per esperienze dirette e indirette, posso affermare senza timor di smentita di conoscere intimamente una discreta serie di differenti sisoline, tutte carucce per carità, ma ognuna diversa per forma, colore, dimensione, umidità, accoglienza (non sempre la reception dell'hotel fa bene il suo dovere), colore e perché no, profumo e sapore.
Quindi anche la patonza può essere elegante e, di conseguenza, inelegante. Ora non vi posso descrivere l'immagine che è passata rapidamente attraverso i miei neuroni preposti ai pensieri lussuriosi, ma vi assicuro che mi è corso un brivido lungo la schiena fin giù per il coccige, ha attraversato il perineo ed è tornato su per la pancia. Brrrrrrr.
Ora ho finalmente una missione, uno scopo (esagerato!) nella vita: trovare la patata perfetta. Certo, sarà faticoso, dovrò essere un esaminatore attento ed imparziale. Dovrò basarmi solo sull'analisi razionale di ciò che vedrò, annusserò, assaggerò. E quando l'avrò trovata (si, perché la troverò), solo allora raggiungerò l'apice della felicità, salvo poi accorgermi che la donna intorno all'ineguagliabile pertugio sarà tutt'altro che perfetta.
Ma volete mettere la soddisfazione di un coito elegante contro l'immane fatica e l'indomita perseveranza necessarie a costruire l'Amore (quasi) perfetto?
Già... volete mettere?
Non c'è confronto, ovviamente.

1 commento:

Vincenzo F. ha scritto...

Hahahahah beh, amico mio, hai pienamente ragione. Questo argomento mi è capitato di affrontarlo tra me e me un pò di tempo fa ed è ritornato a galla di recente (immaginerai il perchè).
Così come non è la dimensione del martello che conta, allo stesso modo non è il pertugio solo ad essere importante (anzi!!!...e qui chiuderei :D).
Auguri per la tua titanica impresa eh!

p.s. una piccola precisazione riguardo al modo di chiamarla in napoletano: la versione completa è "Chella ca guarda 'n terra e dalle 'ncapa!" :D