mercoledì, ottobre 31, 2007

La mia casa

La mia casa è un luogo sicuro. Io voglio credere che lo sia.
La mia casa non ha quattro mura, ne ha di più. Se volessi potrei contarle, le mura.
Ma non potrei contare le porte. Quelle no. Assolutamente, no.
Ogni porta nasconde un giardino, con i fiori, le piante, la fontana e una panchina.
Seduta su quella panchina ci sei tu. Su tutte le panchine, di tutti i giardini dietro ogni porta, ci sei tu.
Sei diversa in ogni giardino. I tuoi colori, i tuoi profumi, le tue labbra, i tuoi occhi.
Eppure sei tu, sempre uguale a te stessa, ma insieme inesorabilmente diversa.
Su ogni panchina di ogni giardino siedi immota, con lo sguardo sul colore più acceso.
Rosso, verde, giallo blu. Non importa quale sia. Tu lo guardi, in silenzio.
Potrei sedermi al tuo fianco, guardare lo stesso colore che guardi tu, nello stesso modo in cui lo guardi tu, ma non ti accorgeresti di me.
In ogni giardino sei diversa e uguale insieme. Li percorro tutti, cercando il giardino con i colori meno accesi.
Mi manca il tempo. Fugge via. Troppi giardini. Troppi colori. Torno in casa.
La mia casa chiude fuori i problemi del mondo.
E custodisce i miei.